lunedì 26 aprile 2010

Gli introvabili: Pusser's rums

Iniziamo questa rubrica dedicata a quei rum che sono praticamente introvabili in Italia, ma che vincono premi su premi in tutti i concorsi mondiali dedicati al Rum.
Parto da quello che ultimamente ho solo visto (sic) esposto, il Pusser's 15 year old rum.
E' stato premiato all'ultima edizione  del San Francisco World Spirits Competition con il premio di miglior rum invecchiato al mondo (Best Aged Rum in the World), mentre durante il Spirits Business Rum Masters 2010 di Londra è stato premiato con la medaglia d'oro nella categoria Rum scuri.
Stiamo parlando quindi di un rum di grande prestigio, come di grande prestigio è l'azienda che lo produce. Infatti la Pusser produce da oltre 300 anni il British Navy rum, ovvero il rum che per 3 secoli è stato imbarcato sulle navi battenti bandiera britannica, e che faceva parte della razione quotidiana dei marinai.
Oggi il Pusser's rum è chiamato anche il Single Malt dei Rum ed prodotto rispettando ancora le regole della marina inglese, che prevede la non presenza di conservanti ed additivi, certificando inoltre al 100% la naturalezza del prodotto.
Attualmente la linea Pusser's è composta da tre rum (15yo, Blue label e Red Label) e da edizioni celebrative in ceramica.
Per ulteriori informazioni vi consiglio di andare sul sito della pusser's http://www.pussers.com/
Se poi volete acquistarli, beh per ora solo online fuori dall'Italia, oppure fate un bel viaggio nelle Isole Vergini Britanniche! :D

venerdì 23 aprile 2010

On the fly: Jamaica supreme Lord III 23 yo

Ecco una recensione veloce veloce. Ieri sera dopo una bella cenetta con gli amici abbiamo deciso di farci un rum veloce veloce...solito posto e soliti rum, almeno così sembrava, in realtà il buon Renato tira fuori dal cilindro una bottiglia di Jamaica Supreme Lord III 23yo imbottigliato da Rum Nation, una vera rarità visto che ormai è praticamente introvabile.
Passiamo ai fatti, il colore è oro scuro e l'alcolicità (45%) disegna delle belle onde nei nostri bicchieri, lasciamo riposare solo un attimo (la voglia di provarlo era decisamente troppa) e subito al naso si presentano frutta candita e canna da zucchero appena tagliata, seguite da frutta tropicale (sopratutto banana) e cacao. E' l'ora di assaggiarlo, e le attese vengono premiate, l'equilibrio è semplicemente perfetto, caldo e dolce da una parte e tostato dall'altra, decisamente ben bilanciato! Il finale poi è interminabile, grazie anche all'alcool che però non è mai troppo pungente.
Decisamente grandioso. Ricordo che di questo rum invecchiato in Gran Bretagna da un millesimato del 1982, ne sono state prodotte poco più di 1.000 bottiglie, quindi se lo vedete in giro...non lasciatevelo scappare!

Voto finale: 9/10
Prezzo: ahahaha...trovatelo prima!


Foto non ho fatte (troppo buio il locale), quindi accontentatevi di questa trovata su internet.

giovedì 22 aprile 2010

Recensione: Matusalem Gran Reserva 23 anos

Dopo una lunga attesa finalmente è arrivato il Matusalem Gran Reserva 23 anos ultimo nato della distilleria Cubana/Domenicana/Floridiana! Previsto in uscita in Italia ai primi di marzo, l'importatore italiano ci ha fatto attendere quasi 2 mesi prima di distribuirlo realmente, e per ora si trova solo in pochissime enoteche e in qualche shop online.
Passiamo subito ad analizzare la confezione. Subito c'è qualcosa di familiare, molto familiare, sarà il "23" impresso sulla parte bassa della scatola, sarà la confezione squadrata di un colore marrone tendente al nero, fatto sta che la somiglianza con la confezione dello Zacapa 23 è veramente impressionante!


Fortunatamente una volta aperta la confezione, la bottiglia all'interno è decisamente diversa dal coetaneo venezuelano, e si presenta con la classica etichetta Matusalem e l'indicazione "Solera 23 blender" di colore dorato. La bottiglia è decisamente gradevole, molto più larga delle altre edizioni della casa Matusalem.

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E' l'ora di aprire la bottiglia, il colore è un bell'ambra con leggere sfumature dorate, sinceramente non molto differente dal 15 anni, verso nel bicchiere ed attendo un attimo per sentire i profumi...di nuovo un deja vu, e di nuovo lo Zacapa 23 (siamo sicuri che mi hanno dato la bottiglia giusta?), quello che colpisce però è il sentore di barile, poi frutta matura e l'inconfondibile toffee. Passiamo alla degustazione, si parte con la nocciola ed un senso di tostato, poi caramello, caramello e caramello, è però ben bilanciato e la dolcezza ben si sposa con l'alcolicità (i classici 40°). Il finale è pungente e aromatico, ma decisamente troppo dolce.
E' un rum forse troppo facile da bere, e troppo simile allo Zacapa 23 e al Millonario XO e forse il prezzo è leggermente elevato, in considerazione del fatto che stiamo pur sempre parlando di un metodo solera.

Voto finale: 7/10
Costo: intorno ai 60 euro (shop online)





martedì 20 aprile 2010

Addio Alejandro Robaina

Se ne è andato il 17 aprile scorso il più grande esperto di sigari e coltivatore di tabacco del mondo. Una persona unica che ho avuto l'onore di incontrare nella sua tenuta a Cuba. Il mondo dei puros sentira la tua mancanza...adios Alejandro!

giovedì 15 aprile 2010

Recensione: Mount Gay 1703 Old Cask Selection

Eccoci alla prima recensione di Rum Time, dopo tante idee ho deciso di scegliere un rum nuovo, mentre non è certo nuova la distilleria che la produce...stiamo infatti parlando della Mount Gay, distilleria delle isole Barbados attiva fin dal 1703.
Ma vediamo il rum in questione, ovvero il 1703 Old Cask Selection. Si presenta con una scatola di cartone nera e dorata, decisamente un look moderno ed elegante.
All'interno troviamo una bottiglia dalle linee arrotondate, tra l'altro anche l'altro rum della famiglia Mount Gay l'Extra Old ha ora questa linea, ma ne parleremo in una prossima recensione. Al centro della bottiglia una bella etichetta dorata con il logo della distilleria.


E' ora di aprire ed analizzare il contenuto della bottiglia!
Il colore è il tipico ambra ramato della distilleria Mount Gay e fa presagire grandi cose.
E le attese non vengono infatti "disattese"! Appena versato nel bicchiere si sprigionano potenti note di spezie aromatiche e complesse come chiodo di garofano, anice stellato e cannella, ma basta lasciarlo riposare un pochino per sentire caramello e vaniglia, un attimo ancora ed arriva cuoio e tabacco, con piccole note di frutta candita (mela verde, banana l'ananas).
Non vedo l'ora di assaggiarlo...ed anche in questo caso non rimango certo delusa, l'alcool è piuttosto improvviso, ma lentamente lascia il posto alla quercia bruciata ed alla vaniglia. Il corpo è complesso e profondo, e si evolve in finale di cioccolato e caramello, lasciando decisamente a bocca aperta.
Sono veramente rimasta stupita da questo rum di appena 43%, Mount Gay come sempre non delude mai.

Voto finale: 8/10
Costo: intorno ai 50 euro



martedì 13 aprile 2010

La storia del Rum

Iniziamo con un po di storia per capire meglio cosa è il Rum!


Il Rum, distillato prodotto dallo zucchero di canna e dallo sciroppo o melassa di zucchero di canna, è indissolubilmente legato all’America più di qualunque altro distillato. Nella seconda metà del 18° secolo, più di 40 colonie del New England producevano incessantemente rum dalla melassa caraibica. In seguito il Parlamento britannico nel 1774 promulgò il Molasses Act, il quale alzò i dazi sui materiali grezzi che alimentavano la nascente economia delle colonie. La legge inoltre proibiva l’importazione della materia grezza da qualunque posto al di fuori delle isole britanniche. I coloni dei caraibi francesi persero rapidamente mercato per la loro melassa e con entusiasmo si allearono con le colonie del New England nella rivoluzione. Quando George Washington pianificò la festa di inaugurazione del nuovo parlamento, ordinò un botte del migliore rum invecchiato delle Barbados per i festeggiamenti.
La canna da zucchero, originaria della Papua Nuova Guinea fu presa dall’Asia dove era coltivata e portata in Africa, India e infine in Spagna. Gli esploratori europei arrivarono nelle Indie Occidentali attirati dalla legenda di El Dorado, una città costruita con l’oro. Ironicamente, le alte piante che Colombo portò nei Caraibi nel 1493, lo zucchero e il rum prodotti dalla canna da zucchero, ebbero un valore maggiore di tutto il metallo preso nel golfo caraibico.

All’inizio, i fusti delle canne da zucchero mature erano tagliate a mano nei campi e portate con carri trainati da buoi negli stabilimenti dove erano schiacciati e il succo bollito in una serie di pentole di rame progressivamente più piccole. Oggi le macine di pietra, i mulini a vento e gli edifici per la bollitura si possono vedere in ogni isola dei Caraibi.
Dopo la bollitura per qualche ora, il denso e scuro sciroppo veniva messo in pentole di argilla per raffreddarsi. La melassa, il pesante liquido nero che non cristallizza, era separato dallo zucchero cristallizzato, aprendo un buco nella base della pentola. Dopo circa una settimana lo pentola di zucchero veniva rotta e lo zucchero scuro chiamato “muscovado” veniva raccolto.
Nel 17° secolo, centinaia di lavorazioni di zucchero comparvero nel panorama delle isole, e vicino ogni piantagione una pentola di rame produceva alcol dalla scrematura fermentata e dalla melassa. La melassa veniva scaldata e i vapori ricchi di alcol condensati per ottenere quello che Robert Lignon nel 1651 descriveva come “…un caldo, disgustoso liquore...chiamato l’uccidi diavolo”.

La vendita del forte liquore ai marinai non solo portò soldi extra ai coltivatori, ma soprattutto, attraeva una presenza navale che faceva da deterrente per i pirati che girovagavano nell’area. Quando il parlamento Britannico nel 1687 finalmente fece del rum una parte ufficiale della razione giornaliera del marinaio, generazioni di marinai e coltivatori avevano già coronato l’improbabile matrimonio tra la Royal Navy ed i coltivatori di canne da zucchero. Nel 1775,  una tonnellata di zucchero proveniente da Nevis valeva più di 15.000 euro di oggi. Lo zucchero era il re!
Durante  i due secoli seguenti, il processo di produzione della zuccherò è stato meccanizzato con l’introduzione di centrifughe e filtri migliori. Con la migliore tecnica di produzione, la quantità di zucchero fermentato nel liquido nero è diminuta, mentre la concentrazione di minerali come zolfo e ferro aumentata. Oggi, molti rum sono prodotti da melasse fermentate di importazione ma i distillatori ancora sono soliti discutere della qualità della canna da zucchero.

Benvenuti

E' finalmente nato il mio blog dedicato al mondo del rum!